mercoledì 28 febbraio 2007

Il gatto dorme sulla tastiera e io posso solamente usare quella fottutissima virtuale

E ancora non capisco perché certe sere io mi debba sentire rotto. Accasciato su me stesso, come vecchia cosa disfatta. E non basta il tramonto lieve sui tetti, il silenzio di casa, la lingua rasposa del gatto. Di me, il poco che puoi avere, sta sparpagliato sul selciato.
La vita mi rode da dentro.
E il fatto che stasera ci sia San Remo non aiuta manco per il cazzo!!

[E in questa assurda maniera non si può scrivere oltre!!]

Pausapranzo

Ginocchia: ma tu spiegami perché, quando c'è appena un po' di sole, io mi ritrovi immancabilmente a pensare alla figa..
Fukuda: mica è tanto strano.. ci hanno fatto pure le guerre, per la fica!!
Ginocchia: mmh.. anche questa recente, in Iraq?
Fukuda: soprattutto questa..
Ginocchia: acc.. mi dev'essere sfuggito qualcosa..
Fukuda: è che tu sei lento, non stai mai 'sul pezzo'..
Ginocchia: cmq.. mi sa che mi trasferirò a Milano, che almeno là c'è la nebbia..
Fukuda: ooh.. che indole pacifista!!

Silenzio
..
Silenzio
..

Fukuda: che pensi?
Ginocchia: quello, secondo te, è un Martinpescatore?
Fukuda: già!!
Ginocchia: però, è bella questa cosa di mangiare al fiume..
Fukuda: si.. ma..
Ginocchia: dimmi..
Fukuda: riprendiamo a parlare di fica?

martedì 27 febbraio 2007

In contraddizione

Ecco, proprio quello che non volevo fare!
Un fottutissimo blog pieno di citazioni e minchiate uscite da altre mani. Rosicchiare altre unghie sporche di inchiostro!
Erano le mie, le parole che volevo cavar fuori dai denti storti. Un pezzo di cuore, di stomaco, fegato, intestino crasso, tenue. Un pezzo d'anima, ché qui, di cervello, non si può parlare. Sputi d'anima, al massimo. E solo contando su una sfacciata fortuna.
Ma non so che farci se mi hanno sedotto le parole lette su un vecchio libro smarrito su un espresso fatiscente per Villa San Giovanni.
"Pioveva intanto e passavano i giorni, i mesi, e io avevo scarpe rotte, l'acqua che mi entrava nelle scarpe, e non vi era più altro che questo: pioggia, massacri sui manifesti dei giornali, e acqua nelle mie scarpe rotte, muti amici, la vita in me come un sordo sogno, e non speranza, quiete.
Questo era il terribile: la quiete nella non speranza. Credere il genere umano perduto e non avere febbre di fare qualcosa in contrario, voglia di perdermi, ad esempio, con lui. Ero agitato da astratti furori, non nel sangue, ed ero quieto, non avevo voglia di nulla"
[da "Conversazione in Sicilia" di Elio Vittorini]
E sfido chiunque a dirlo meglio, che sta sclerando!!
Cazzo!

E questo blog inizia già in contraddizione. Accidenti!!

Non ora, non qui

Appunto..
Non ora, non qui..

Cazzo!!
Mica è colpa mia se devo anche lavorare!!
Per di più il giorno del mio compleanno!!
Ecco, ora ci vogliono altri due negroni!!