giovedì 31 maggio 2007

Anatomia comparata di sogno

Stamani mi sono svegliato con addosso il gusto di un sogno senza peso. Ho aperto gli occhi che già sorridevo, senza ancora sapere il perché. 
Me ne sono reso conto solo al caffè che sapevo di sale, capelli impastati di salsedine attaccati alla faccia, pelle avvizzita di acqua.
Ho fatto di nuovo sogni di mare.
E con questo pensiero mi sono cacciato in mezzo alla strada a giocare con la ricorrenza di certi sogni. Importuno finanche nel chiedere agli altri [ma almeno ho ottenuto la programmazione completa degli ultimi mesi nelle tre sale vicine].

In rigoroso ordine di frequenza, le notti torinesi proiettano:
-in Sala GinocchiaApunta:
1) Scene di vita sottomarina -ove mi aggiro munito di branchie ed un polpo fedele
2) L'amore ai tempi del colera -vietatissimo ai minori
3) Del cadere -ove precipito da vari posti alti, ma il pensiero è sempre lo stesso: "stavolta la cazzata l'ho fattaaaaaaaaaaa!!"
4) Le api -ecosistemi di insetti all'interno della mia scatola cranica, ma questo è un sogno che nella sua crudeltà va raccontato per intero..
-in Sala Bilogo:
1) Topi pelosi, canguri giganti, moffette ed altri animali
2) Giallonotte -che blunotte gli fa una sega..
3) Del quasi tradire - ché il giovine è di solida moralità e anche nei sogni al massimo limona!!
4) Rischiare di morire - un po' generico, ma coinvolgente!
Per quanto rigaurda le altre due sale, sono in corso approfondimenti, ma intanto:
-in  Sala Fukuda :
1) Nuotare
2) Essere sparato -testuali parole- gambizzato e simili
3) Leccare la figa
4) Denti
-in  Sala MrDibs:
1) Andare in bici
2) La figa
3) Andare in bici
4) Andare in bici

[Ed ora tocca a voi. Quattro sogni più o meno ricorrenti. Per favore. :)]

mercoledì 30 maggio 2007

Sulla strada di casa

La strada per tornare a casa, la sera, è la stessa che percorro al mattino. Una via fatta di parco, fiume e città. Due castelli e due fontane, palazzi, tre piazze, alcuni ponti. La borsa che pende da un fianco e l'Ombrina che cigola ad ogni pedalata più forte.
Ma il silenzio verde delle nove è scomparso e con esso i pensieri di raso dell'alba.
C'è gente che corre sul lungofiume, ora che il sole si abbassa, e odore acre che sa di sudore.
La giornata me la sfilo di dosso andando a zigzag, tra i passi scomposti delle persone.
Una donna fa jogging in tuta e chador, "quanta stoffa in più da lavare!!", direbbe mia madre. Un vecchio matto pesca sul verdecupo del fiume. Qualcuno ci fa parole. Un setter irlandese si porta a spasso un broncio irriverente di lunghi capelli castani. Bambini filano liberi ovunque. Passeggini. Madri. Sulle panchine, occhiali Gucci e caschetto provano a studiare.
L'aria eterea del mattino è evaporata nella vampa di sole del pomeriggio. La carne brucia.
E che siamo fatti di carne me lo ricorda il passo elegante di un paio i shorts. Non sapere fischiare è un limite che porto con ironia.
Allora, posso solo giocare a sorridere, prendere il pane che ho ospiti a cena e salire.
La bimba rumena, dirimpettaia di ballatoio, grida al mio arrivo:
- Mami, mami è arivato gatinu!!
- No, Dumitrita, sono arrivato io! Ma, se mamma vuole, Arturino te lo porto a giocare!
Ride un riso muto che è meraviglia. E scappa ad aggrapparsi alle gambe della madre.
Non mi resta che scrivere questo e mettermi a cucinare.


[Il pensiero che questo lieve finegiornata lo dividerei volentieri con voi arriva adesso, che ho finito le parole. Lo metto qui in scatola. Penso che mi potrà servire.]

martedì 29 maggio 2007

Torcicollo

Non penso più a me. Di me.
A come sono diventato. A chi sono. Quale tipo di persona? A ciò che mi accade.
Non riesco più a pensare a ciò che sento, come se mi si fosse strappato un nervo del collo e di girar la testa verso dentro proprio non sono più capace.
Forse mi si è fottuta quell'autoanalisi di cui mi facevo vanto.
Oppure, semplicemente, ora sento senza dover guardare.
E non so se tutto questo ha un senso oppure no.

lunedì 28 maggio 2007

Minacce telefoniche

Ginocchia: ah, non te l'ho detto!! Il gatto Arturo si è fidanzato!
Prof: e con chi? Che non c'è ombra di gatta per chilometri di ballatoio?
Ginocchia: di nuovo con la spazzola puliscibottiglie! 
Prof: ah! quella tutta ispida e spelacchiata?
Ginocchia: sì, sì! Si erano lasciati.. cioè, lui era un sacco che non se la filava. 
Prof: e ora?
Ginocchia: e ora stanno sempre insieme! Se la porta dietro ovunque!! 
Prof: [ridendo] che carini!!
Ginocchia: mah, io queste relazioni totalizzanti, che non lasciano spazio a nient'altro, neanche a giocare con me, proprio non le sopporto!! Mi danno sui nervi! Mo' gliela nascondo!!
Prof: non ti permettere!!
Ginocchia: e perché? 
Prof: dai, sono così romantici! E poi quello è il mio piccolo gattino!!
Ginocchia: me te l'ho già detto, io queste relazioni totalizzanti non le sopporto!
Prof: come la nostra?
Ginocchia: ma se noi non ci vediamo mai!
Prof: che c'entra? Adesso che arrivo lì non ti mollo peggio di Arturino.
Ginocchia: [sorridendo] ..

domenica 27 maggio 2007

Teoria dei colori

Il sole si è lentamente abbassato sui tetti bagnati, sul mio inutile attendere ai vetri. Sotto il cielo pesante di piombo, uno sputo di luce ha colpito il ventre gravido delle nuvole. Come un taglio di bisturi sul teso di un addome.
Un fiotto di colore.
Solo adesso ho capito cos'è l'indaco.


sabato 26 maggio 2007

giovedì 24 maggio 2007

Perduto

La pioggia è arrivata improvvisa. Quattro grosse gocce sul tavolo di legno ed una litania di lampi biancastri nel cielo notturno velato di rosa. Il grosso platano ha tremato un istante di vento, come stizzito dall'allegro vociare di gente.
Foglie grandi e corteccia di serpente non bastano certo per ripararsi dalla pioggia di luglio. Soprattutto se luglio non è.
Un pergolato stretto ci ha accolti tutti, avventori lieti.
Più vicini eravamo come più umani. Occhi, mani, capelli, orecchie. Bagnati eravamo un poco più vivi. Sudati eravamo carne e gocce salate di anima.
Pensieri che scivolano lenti sulla seta nera dei capelli di una giapponese sottile. Occhi di mandorla e sorriso attento.
Dolgono ancora le ginocchia per ogni volta che sono inciampato nella vita degli altri. E come è difficile al tempo stesso camminare dritti. Ritrovare nelle parole mute di uno sconosciuto quel poco di noi che avevamo perduto. Vederlo prender forma in lettere scure ordinatamente allineate. O in versi acuti della voce. Ritrovarsi in brandelli di racconto, spicchi di immagine, angoli ottusi.
E per questo sentirsi perduto.

mercoledì 23 maggio 2007

Propositi per il nuovo anno

Dopo un'attenta ed accurata analisi delle decadenti condizioni sociali, economiche e politiche del paese -con cui non starò ivi a tediarvi- sono giunto a conclusione che la rivoluzione è un passaggio necessario.
Ordunque, da dove si comincia?

Blu

Blu.
Blu come la testiera del letto. Come le tende che trasformano il sottotetto in un ripostiglio orizzontale. Come l'umidificatore a tulipano e i due cosi di ceramica dove stanno i gusci di riccio. Blu come i trequarti di cielo che mi spiazzano quando spalanco la portafinestra. E come buona parte delle mie magliette.
Blu.
Ma se passeggiando per l'Ikea vi capitasse d'innamorarvi di un tappeto blu -che sotto quelle due vecchie poltrone di pelle starebbe da dio- vi prego, lasciatelo al suo posto!
A meno che non vogliate che una specie di alieno polline blu prenda possesso della vostra casa.
Batuffoli blu dietro ogni porta, nei cassetti, sotto le scarpe. Leggeri nell'aria. Anche la bestia nera che vive con me sta cominciando ad assumere colorazione bluastra. E quando lavo le mani, acqua blu.
Comincio ad avere paura.
Credo sia vivo.

martedì 22 maggio 2007

Se adesso potessi

Se adesso potessi, mi rotoleri nel fango come un pecari dal collare, per ritrovare l'allegria sconsiderata di quell'estate tragicomica.
Ma qui non c'è neanche fango, solo asfalto sconnesso. Nemmeno i materassi smollati dove saltavo per svegliare chi divideva con me il turno di guardia alle uova di tartaruga, spingendo con la testa ed il naso e grugnendo. Come un capibara.
E vi farei vedere come vola l'oca migratrice e come la lontra sguscia bivalvi, come si muove un gorilla di montagna innamorato, come gorgheggia il cormorano. E farsi le unghie come un orso, chiedere come i gatti, soprassedere come il coccodrillo.
Ecco.
Finalmente mi sono ricordato in cosa sono bravo.
A fare gli animali.

[Ma è un talento così dannatamente privato. Ed inutile! Lo so bene. Anche se come faccio io il capibara..]

lunedì 21 maggio 2007

Se mi perdo

Succede che io sia sempre preda di umori cangianti. Scostante e nervoso, talvolta iracondo. Ma anche di un'allegria incontenibile a tratti, che per qualche istante mi libera dal peso di inanellare passi a perdere, uno dietro all'altro.
Succede anche che mi dicano: "Tu riusciresti a trovare una scusa per essere tirste anche se fossi la persona più felice del mondo. Pare che ti piaccia! ".
E forse davvero mi piace.
O solo, quando sembra che io proceda in avanti -a passi piccoli verso una specie di felicità di cui non ho altro che un vago, infantile, ricordo- non riesca a non pensare a tutti coloro che sono rimasti un passo più indietro.

domenica 20 maggio 2007

Tìn bòta

Partiamo dal presupposto che sono cresciuto in una specie di gineceo. Partiamo anche dal presupposto che in questa specie di gineceo mi sono convinto della inarrivabile superiorità della donna.
Che poi, a crescere tra le femmine, si imparano un sacco di cose che ad un certo punto della vita tornano utili. Tipo che 'di rosso e celeste neanche il diavolo si veste', che il mocio vileda è una gran figata e i 101 modi segreti di cucinare le melanzane. E poi la tenacia, l'acume inarrivabile, la sagacia. Ed il dominio dello spazio ed ancora molto altro.
Però, tu, brutta stronza che mi stai al culo, se non riesci a sorpassarmi sono solo cazzi tuoi!! E se sclacsoni un'altra volta giuro che scendo dalla bici, te la scaravento sul parabrezza e mi rimangio tutto quanto detto poc'anzi!!
Ecco.

venerdì 18 maggio 2007

Dietro

Anche stanotte sbocciano inattesi fiori di malinconia.
Come fosse veramente primavera.
..

h 5.55 - Occhi sbarrati. Luce verdastra di radiosveglia. Vomiterei se potessi. Ma ci sono sogni che non possono essere raccontati neanche qua.

Testosterone

Succede che si vede che stiamo lentamente scivolando verso l'estate. 
Lo si vede dalle scollature ardite che interrompono i discorsi, dalle pance un po' più scoperte, dagli archi a sesto acuto dei perizomi che escono come vertigine dai pantalonia vita bassa. Dalle gambe scoperte, dalle ginocchia laciate nude senza timidezza alcuna -come se non lo sapessi che dalle ginocchia ti posso scrutare il cuore!!- e dai sandali che rivelano unghie laccate di rosso.
E poi sorprendersi a sospirare sul dondolio di un tendine che dalla nocciola della caviglia vola verso l'alto, perdendosi nel muscolo del polpaccio. Il tendersi sicuro ad ogni passo incerto sul tacco alto, come ad attutire quell'involontario tremito del piede. Il ritmico scomparire ed apparire dalla linea affusolata dalla gamba.
Ecco, è quasi estate.
E mi tocca aspettare che la professoressa torni a casa, giocando a contarne i particolari che ho a memoria.

[E a questo punto è importante che io non pensi a tette, culo, alla figa 'a panino', a cosce, spalle, collo, capelli, pelle! Ecco, no! Non ci pensare. No! Ti ho detto di non pensarci, cazzo!!]

giovedì 17 maggio 2007

Zanzariere

Si può cominciare un post con una bestemmia?
No, perché se si può, questo comincerebbe proprio così.
Bestemmia!!
E il discorso che fila via da sé. Ché certe bestemmie in dialetto sono un intercalare così elegantemente maschio.
E questa giornata è stata così elegantemente maschia che non ci posso pensare.
Trentotto gradi, sole a picco sul mio sottotetto, pochi rudimentali strumenti quali martello, sega, cacciavite, trapano. Un jeans liso e la mia migliore faccia da tagliagola. Una zanzariera comprata da Leroy Melin con istruzioni di montaggio in bulgaro, ma era la più economica. Un gatto spaccamaroni tra i maroni, l'arrivo di tappa del giro in tele e lo stereo a palla.
E poi, genio, sregolatezza, fantasia, improvvisazione, ingegno e tanto, tanto sudore.
Ho svitato, segato, trapanato, tassellato, martellato, misurato, avvitato, scartavetrato, stuccato, bestemmiato, implorato a santarrìta protettrice delle cause perse ed, infine, installato il mio fantastico presidio anitizanzare.
Sempre canticchiando, ché qualcuno mi ha messo in testa tutta la storia del rock in venticinque canzoni.
In rigoroso ordine sparso, e per la gioia della vicina:

Jumpin Jack flash - Rolling Stones
Foxy Lady - Jimi Hendrix
I'll Be Your Mirror - Velvet Underground
Volunteers - Jefferson Airplane
Piece of my heart - Janis Joplin
Communications breakdown - Led Zeppelin
Anarchy in the UK - Sex Pistols
White riot - Clash
Another brick in the wall - Pink Floyd
No one knows - Queens Of The Stone Age
La sottile linea bianca - Afterhours
I Stay Away - Alice In Chains
Lithium - Nirvana
Jeremy - Pearl Jam
Fade to black - Metallica
Welcome to the jungle - Guns n' Roses
Hotel California - Eagles
Lust for Life - Iggy Pop
Paranoid_Android - Radiohead
Losing_My_Religion - R.E.M.
Paranoid - Black Sabbath
Hallelujah - Jeff Buckley
Celluloide - CSI
Sheena is a Punk Rocker - The Ramones
How Soon is Now? - The Smiths

[E vi dico solo che ho finito giusto una doccia fa e una moretti fa! E ne devo montate altre due!! Stanco morto!!]

mercoledì 16 maggio 2007

Macchina del tempo

Amo i ritorni.
Indiscutibilmente li amo. 
Nonostante lo strascico doloroso di ricordi e nonostante la smania strana che mi coglie nel ripassare ad una ad una, sui polpastrelli, tutte quante le mie cicatrici. Quella sul ginocchio di un'estate, il palmo della mano tagliato in due per fermare il tuo coltello. I segni larghi del saldatore sulle braccia -sempre stato distratto, io, con l'elettronica- e certi morsi di zanzara scavati con le unghie. Alcuni segni stanno scomparendo sotto la pelle che si fa dura, altri tanto profondi da non essere mai stati visibili. E poi i punti sull'arcata del sopracciglio e tutto il sangue lasciato su quel campo. Gli artigli del gatto che disegnano linee sempre nuove sulla pelle.
Amo i ritoni. Perché ritornerei.
Ritornerei sempre.

[E tutti questi segni sono solo una traccia da seguire. A ritroso nel tempo.]

martedì 15 maggio 2007

Hanno censurato Poly

A me, la censura, fa paura.
Ma tanta paura.
Il terrore di qualcosa che non capisco.
Come quando da bambino tremavo rannicchiato sotto le coperte per colpa di quelle sordide creature che stavano acquattate nello spazio vuoto tra il letto e l'interruttore. Bastarde!
Qualcosa che non si vede e che non mi so spiegare. Non mi soccorrono neanche la logica esatta dei numeri o quella cangiante delle leggi di natura.
E come allora tremavo per quello spazio vuoto di ragione -e non per lo spauracchio solido della bomba atomica, ché bastava guardare "I sopravvissuti" per rendersi conto che si sarebbe finiti a mangiare topi nei sotterranei lasciati da Pietro Micca e convincersi che ben cotti non sarebbero stati poi malaccio- dicevo, come allora tremavo per quello spazio vuoto di ragione, oggi tremo per il vuoto di ragione di chi ancora opera ingiustificata censura. Ingiustificata sempre!

[Anche se arrivato a battaglia finita -come al solito in ritardo!! dannazione!!- sostengo Poly e la sua libertà di dire. Che poi è anche la mia. La nostra.]

lunedì 14 maggio 2007

Animal Day

Partiamo dal presupposto che a me, la gente che ama i gatti, è sempre stata un poco sui maroni. Colpa di quel loro fare melenso, capace di ricordarmi il rincoglionimento tipico di certi nonni coi bambini. I versi mucillagginosi, i diminutivi iperglicemici ed il superamento costante dei limiti di legge per le frasi sensasenso. Le persone gattofanatiche, non i gatti in sè.
Partiamo anche dal presupposto che a me, Arturo -che è gatto satanico e conosce i miei punti deboli perché la notte mi scruta nel pensiero- mi ha fottuto sulla tenerezza. Brutto, sporco e cattivo. Abbandonato, rifiutato, mezzo cieco e sempre raffreddato. Un catorcio di una quindicina di centimetri che nessuno voleva e a cui non si poteva dire no.
E cazzo, ora che si è di nuovo ammalato -brutto, moccoloso, arrabbiato, spelacchiato e più fetente che mai- mi sono ricordato il perché stiamo insieme io e questa specie di incubo nero!

domenica 13 maggio 2007

Passeggiando per vie minori

Scemi, venete a trovarmi che vi porto all'Amacario!!

[In omaggio riceverete un volume di aiku da leggere mentre vi dondolate guardando il cielo, tre turisti giapponesi con cui scambiare inchini -prima voi, prego; arigatò- ed un simpaticissimo calabro -passami 'u libbro che m'acculturo un po'!!]

venerdì 11 maggio 2007

Sillogismi

Capita che ci pensi spesso a da dove vengo.
E capita che pensi spesso anche ad Adelina, che si sta facendo vecchiarella e mi lascia sempre un poco preoccupato.
Capita anche che mi venga da ringraziarla, questa strana madre tutta marmorea mitezza e fervore religioso. Che da piccolo mi trascinava in chiesa, mi sgridava duramente se giocavo con i lego seduto sui gradini di un contraltare laterale. Che mi ha battezzato, catechizzato, comunionato, cresimato ed infine scomunicato per una bestemmia cacciata lì, nel mezzo del silenzio di una cena. Per aver completamente abbandonato la strada su cui aveva cercato di indirizzare i suoi figli.
Già, sono tutto sacramentato io.
Proprio tutto un sacramento!!
No, vabbè, manca l'estrema unzione. Ma quella, di famiglia, ci è sempre stata sui maroni! Che la nonna s'è fatta ungere cinque volte prima di decidersi che era ora di basta. E ogni volta che vedeva 'u parrino se la rideva, che lo sapeva che ancora non era il momento giusto. E papà.. No, vabbé, questa è tutta un'altra storia di sguardi come pugni nella pancia, freddi di rabbia da bruciare l'inutilità di vecchio prete vestito di grigio.
E di tutto questo, mi rendo conto che mi è rimasto qualcosa.
Una cosa semplice. Ma importante.
Due frasi.
Dal Vangelo secondo Giovanni (13,34-35).
"Io vi dò un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri. Amatevi come io ho amato voi! Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se vi amate gli uni gli altri".
[Sillogismo - Nucleo fondamentale del cristianesimo è l'amore indiscriminato verso il prossimo. La chiesa discrimina il prossimo. Ergo, la chiesa non è cristiana.]
Ed ora venitemi a dimostrare che tutta la perfidia della chiesa istituzionale di oggi, tutto il non-amore che dimostra in ogni azione e parola, tutto questo schifo che fa, c'entra qualcosa con quello che si legge nel vangelo. Con quello che mia madre mi spiegava di dio.
Su, venitemelo a dimostrare!
Ma badate bene, sono ferrato, è ho in mano una citazione che conta più di tutta la vostra squallida dottrina.

giovedì 10 maggio 2007

Dello scivolare

Non c'è niente da fare.
Non passa.
Mi sorprendono ancora improvvisi conati di pianto!

[No, dico sul serio! Alcune volte mi colgono inaspettati! Una specie di crampo ai pensieri e la faccia bagnata. Ma devo finirla, che non sta bene.]

mercoledì 9 maggio 2007

Tra i capitali mi piace la gola

Il vuoto era talmente vuoto da rischiare di esserne risucchiato. Come in un mediocre film di fantascienza.
Nero e cupo. Senza neanche le stelle del 'pan di' a dare una parvenza di chiarore.
Biscotti finiti! Anche quelli al burro. Quelli che creano dipendenze feroci.
Cioccolato finito. In ogni sua possibile varietà. Bianco, al latte, con nocciole, mandorle, scorzette d'arancia, pepe bianco, della premiata pasticceria Bonajuto, fondente in ogni possibile gradazione. Fondente soprattutto.
Finito soprattutto! 
[E non ci fate caso che ho mal di denti. La gola è un peccato terribile!! ;)]
Anche delle sataniche arachidi ricoperte di cioccolato, di cui faccio scorta al Lidl, nessuna traccia. Ed il fondo di marmellata di pesche dovevo tenerlo per la colazione di stamani. Come i tre grancereale superstiti.
Poi un movimento improvviso del vuoto. Come volesse tirarmici dentro. E un luccichio.
Subito dietro l'avanzo di pistacchi per la mia sciccosissima torta marmellata di arance e pistacchi,  un barattolo di cotognata.
L'ho aperto senza crederci molto.
E immediatamente sono scivolato in ricordi impastati di melecotogne.
Dita appiccicate e musi sporchi. La sveglia puntata alle sei per riuscire a vincere la difficile competizione alimentare con Sorelladue. Scoprire di aver perso di nuovo, ché lei aveva puntato alle cinque.
Il vasetto vuoto e la nonna che ne tirava fori un altro da qualche stipo segreto. I mobili che odoravano di zucchero e caffè. I gelsi rossi che ti macchiavano a morte le dita e la faccia, da mangiare direttamente sul ramo. E i fichi. Che quelli ce ne stanno talmente tanti d'abbastare a tutti e tre.
Ginocchia, Sorelladue ed Adelina che sono pazzi di gola.

[E mi viene da pensare che non mi si scrollerà mai di dosso quell'angolo di terra che mai mi appartenne. Che nessun posto sarà mai così mio. Quell'angolo di tempo che fu. Come una sorta di memoria genetica del possibile.]

Astenia

[Qualche giorno fa]
Reig: Dottore, dottore, non ho dormito tutta la notte!! È che sono andato a cena da Ginocchia ed il gatto Arturo mi ha fatto venire tutta una cosa di allergia! Ho detto allergia, non allegria!! Si vabbé, anche allegria! Ma non mi posso mettere in mutua per l'allegria. O si? Comunque. Allergia, mi raccomando, allergia!!
Dottore: Bastano tre giorni?
Reig: Si! Direi che in tre giorni mi riprendo!!

[Ieri]
Ginocchia: Dottore, dottore, sento come se un muratore turco mi prendesse a martellate la faccia con la mazzetta!
Dentista: Pulsa?
Ginocchia: Non è che proprio pulsa, più che altro sembra come se mi volessero portare via la faccia con un argano a motore.
Dentista: E se schiaccio qui?
Ginocchia: La bestemmia è reato anche qui o solo sul bus?
Dentista: Effettivamente è un bell ascesso! Qui ci vuole un antibiotico potente!
Ginocchia: Siii! Che ammemmì piacciono le bombe!!
Dentista: Però prenditi qualche giorno di riposo. Ché questo astenizza!!
Ginocchia: Come no! Per quest'estate sto già organizzando!!

[La sola differenza tra me e il Reig non è l'attaccamento al lavoro -ove io attualmente giaccio sofferente ed incapace di intendere e di volere- ma il tipo di contratto!! Precari di tutto il mondo, soffrite in silenzio e magari sorridendo!! Tsk!!]

martedì 8 maggio 2007

Biologia marina onirica

Che rabbia!! La sveglia ha tuonato proprio mentre stavo sognando di essere al mare.
Tra gli scogli, scendevo sott'acqua a prender conchiglie. C'erano granchi grandi come la mia mano e rossi di un rosso che in superficie non esiste, che con le chele scolpivano le rocce. Paguri impavidi che uscivano dalla conchiglia senza preoccuparsi del molle addome aggrovigliato.
Una stella marina che nuotava fino ad appoggiarsi sulla spalla, come un tatuaggio.
Pesci che si facevano accarezzare.
Mancava solo il polpo parlante, ma forse quello sarebbe venuto di lì a poco.
Qualcuno stava accucciato tra le rocce e mi aspettava risalire per vedere cosa trovavo, ma non saprei bene dire chi fosse. Ricordo appena l'aspetto smilzo delle braccia e capelli scuri.
Poi i tuoni della sveglia, come se cominciasse a piovere.
E non sono più riuscito a riprendere il filo del sogno anche se ho provato a ridormire.

[Che delusione, stamattina, essere qui, dove la prima acqua è a quasi due ore di strada!!]

Ricordo un libro di qualche tempo fa, "Il petalo cremisi e il bianco", che racconta le vicende di una mignotta, una specie di pazza ed un profumiere nella Londra di fine ottocento.
La pazza afferma con convinzione che ciò che accade nei sogni è reale tanto quanto ciò che accade da svegli, perchè "sennò che senso avrebbe la metà della vita che si passa dormendo??".
Sarebbe bello, però..
Sogno spesso, la notte, di essere al mare, di parlare con persone fuggite -dio, che nostalgia!!- e che certi preti la piantino di ostacolare il naturale evolversi della civiltà.
Vabbé, son proprio sogni, va..

Biologia marina onirica

Che rabbia!! La sveglia ha tuonato proprio mentre stavo sognando di essere al mare.
Tra gli scogli, scendevo sott'acqua a prender conchiglie. C'erano granchi grandi come la mia mano e rossi di un rosso che in superficie non esiste, che con le chele scolpivano le rocce. Paguri impavidi che uscivano dalla conchiglia senza preoccuparsi del molle addome aggrovigliato.
Una stella marina che nuotava fino ad appoggiarsi sulla spalla, come un tatuaggio.
Pesci che si facevano accarezzare.
Mancava solo il polpo parlante, ma forse quello sarebbe venuto di lì a poco.
Qualcuno stava accucciato tra le rocce e mi aspettava risalire per vedere cosa trovavo, ma non saprei bene dire chi fosse. Ricordo appena l'aspetto smilzo delle braccia e capelli scuri.
Poi i tuoni della sveglia, come se cominciasse a piovere.
E non sono più riuscito a riprendere il filo del sogno anche se ho provato a ridormire.

[Che delusione, stamattina, essere qui, dove la prima acqua è a quasi due ore di strada!!]

Ricordo un libro di qualche tempo fa, "Il petalo cremisi e il bianco", che racconta le vicende di una mignotta, una specie di pazza ed un profumiere nella Londra di fine ottocento.
La pazza afferma con convinzione che ciò che accade nei sogni è reale tanto quanto ciò che accade da svegli, perchè "sennò che senso avrebbe la metà della vita che si passa dormendo??".
Sarebbe bello, però..
Sogno spesso, la notte, di essere al mare, di parlare con persone fuggite -dio, che nostalgia!!- e che certi preti la piantino di ostacolare il naturale evolversi della civiltà.
Vabbé, son proprio sogni, va..

lunedì 7 maggio 2007

Insipienza di maggio

Io non lo so.
A che gusto lo voglio sto cazzo di gelato -ma ne posso anche mangiare due di gusti differenti-, dove andare in vacanza, che vino bere a cena o cosa cucinare. Non so qual'è la strada più breve e non so pensarci. Non so se voglio andare al cinema stasera, che film vedere. Non so se fermarmi da Adelina o tornare subito a casa.
Non so. Punto.
So solo che tutto questo non sapere non è indecisione. È solo stanchezza.
Ché sono troppi anni che decido io per tutti. Sbaglio per tutti. Pago.
E troppo pochi erano i miei, di anni, quando iniziò questo gioco malevolo. Tutti un passo indietro e io l'unico a dover dire si o no o cosa.
E a te che mi dici:
- Scegli una qualche cosa una qualche volta!
Mi vien solo da rispondere:
- Non so!
E cercare di dormire.

[Ché le decisioni importanti si prendono in Settembre. Ma questo è un segreto che so soltanto io!]

domenica 6 maggio 2007

Del cambiare idea

Odio le scene d'amore. Nei film soprattutto. Ma anche tra le pagine dei miei libri. Spesso sembrano buttate lì solo per rubare un sospiro a qualche romantica signora.
Anche se.
Quando inciampo in cose come questa non posso fare che ricredermi.

[Italo Calvino, "Se una notte d'inverno un viaggiatore". Oscar Mondadori, pag 180-2]

venerdì 4 maggio 2007

Sotto il vulcano

Napoli, periferia est di una città che non riesco a comprendere.
Un muro di cinta grigio, un quartiere popolare.
A lettere cubitali azzurre:
"Avrei voluto essere un buon figlio, un bravo studente, un buon fidanzato..
..o almeno uno dei tre!!
"
C'è del genio in questa bizzarra gente!

giovedì 3 maggio 2007

Notti di Trenitalia

Ieri mi è capitato tra le mani "Se una notte d'inverno un viaggiatore" di Italo Calvino. Ho letto senza saper smettere, per chilometri di pagine. Finché il sonno non ha vinto.
Mi sono addormanato a pagina 94.
Poi, stamattina, una frase mi è scivolata fuori dalla memoria, fino alle labbra:
"La vita non è altro che uno scambiarsi di odori".
Pagina 74, Oscar Mondadori. Sottolineato a matita.
Ordunque, ora che puzzo di treno fino al midollo, con chi o cosa lo posso scambiare?

[Espresso notte. Roba che devo fare lo scrubs con la paglietta d'acciaio per levarmelo di dosso questo odore in movimento.]

mercoledì 2 maggio 2007

Un giorno in questura

La coda è una striscia breve di persone gocciolanti.
Abbastanza breve affinché io decida di sgocciolare tranquillo dietro a tutti. Non come qualche giorno fa, quando, per non mettermi al fondo di quel serpente sudato e sbuffante, misi insieme
alla meno peggio una scusa e me la detti a gambe levate.
Forse è stata la pioggia a scoraggiare i più.
La stessa pioggia che incoraggia me.
Oltre il vetro solo divise lustre, capelli corti, tirati.
Lievita una specie di paura. Forse per la troppa acqua presa addosso.
Ma perché ogni volta che vedo un'uniforme mi sale dalla bocca dello stomaco una specie di ansia? E questa strana paura di non uscire mai più da un buco di cella? Troppo Kafka in età formativa? E questa sorta di idiosincrasia per la divisa da dove arriva? Che mi impediva anche di indossare la maglia di Legambiente a Lampedusa..
In punta alla coda, un'arrogante entità dal fare scorbutico si lamenta di non poter tornare nella sua villa a Santo Domingo se non le rinnovano il passaporto IM-ME-DIA-TA-MEN-TE.
- Zoccola! - penso senza pensare. E con una punta di invidia.
- Io devo solo andare all'Australia da mia figlia - mi fa complice l'anziana signora davanti a me.
Nella fila parallela strilla una bimba. Una rastrelliera di treccine fitte fitte che cadono su un sorriso largo di guance piene. Strilla in un qualche dialetto africano che stare lì in coda é noioso.
Io la comprendo e sorrido. Ché sono uno di quelli che non ci sa stare in un posto dove non si può giocare a niente.
La bimba-rastrelliera mi vede. E comincia a ridere.
- Merda! Mi ha sgamato! - non faccio in tempo a pensare che già me la ritrovo vicino che mi tira per la borsa.
Non abbiamo parole in comune. Ma ridiamo tanto. Come due bambini che si riconoscono.
La madre ci osserva attenta dallo sportello. Lascia fare. In fondo si capisce subito che faccio ridere.
- Grazie - mi dice poco dopo, riprendendosi la bimba-rastrelliera.
- Prego - rispondo imbarazzato mentre ancora aspetto il mio passaporto.

[E non è la prima volta che mi succede. Me ne ricordo almeno un altro tot. Ma di solito c'è con me la Professoressa. Preferisco. Lei ci sa fare coi bambini.]

martedì 1 maggio 2007

Primo maggio

Giornata immota, questa. Dopo tanto correre che già domani ricomincerà.
Scelgo di non far nulla. Il sud di me impone attimi di immobilità.
Guardo fuori.
Dal mio abbaino si vede la Mole. Sporge tra il rosso dei tetti e il giallo tiepido dei palazzi. Una guglia aguzza che si infila in un cielo che non sa più di che colore essere. Grigio piombo, alluminio, azzurro terso, lattiginoso, bianco. Nevica una neve leggera che invece di cadere sfiocca in orizzontale. La neve che mi è mancata in inverno mi soffoca a primavera. Polline. E piove a tratti. Giusto il tempo di ritirare i panni e ristenderli al sole che spacca le nuvole.
La neve dei pioppi ed i temporali. Istanti improvvisi di un freddo che fa tremare e un'afa che inghiotte quel che avanza delle mie forze. Buio di candela e la mano a tesa sugli occhi a riparare dalla luce.
Una giornata in contraddizione.
Una giornata che è come me.

[E poi tanto concerto, tra Piazza San Giovanni in tv e Piazza San Carlo live!!]