venerdì 22 giugno 2007

Dell'andare

E siamo di nuovo pronti a partire.
Valige fatte e qualche commissione da nulla ancora da sbrigare.
Un breve sonno, aspettando il fresco della notte. Jeff Buckley, credo che ascolterò Jeff Buckley per diversi chilometri. Almeno fino al mare. È una roba che si ascolta bene, al buio. All'alba gli Afterhours e con la luce non lo so, probabilmente mi lascerò fregare da qualche canzonetta.
Partire. Per un viaggio che è diverso da tutti gli altri.
Più importante. Probabilmente più difficile.
Partirò da solo.
E torneremo in due.

Auguratemi buonafortuna!!

[Ah, dimenticavo!! Passo a prendere la Professoressa a Napoli, poi ce ne andremo qui, come sedotti da una canzone di danza, candelabri in testa e giorni di festa!]

mercoledì 20 giugno 2007

Tra ubriachi

Mighé: Ginocchia..
Ginocchia: sì?
Mighé: ma a te quanto manca ai trenta?
Ginocchia: in anni o in centimetri?
Mighé:
..
Ginocchia: no, perché in anni ho già superato. In centimetri, ahimé, manca..

martedì 19 giugno 2007

Emicrania

Ho mal di testa.
Di quelli che senti come se una formica alata ti stesse scavando nel cervello per sbucare dagli occhi.
Belle le formiche alate! Non ne vedo da tanti anni. Da quando stavo a giocare sui gradini di casa di nonna. Tre gradini, formicai, ciuffi di grano agli angoli delle strade, vecchie vestite di nero sedute fuori dalla porta. Qualche gallina in giro ed il mulo du zi Ste. L'ultimo mulo che abbia mai visto. A parte quello nello specchio, la mattina. Ma mi dicono che quello non vale.
Ho mal di testa.
E due protocolli da consegnare al comitato etico entro domani. Troppo. E soprattutto troppo tardi. Che qua l'attività che va per la maggiore pare sia dire: "Dio quanto lavoro!!" e dirlo mentre non si fa un cazzo! Tanto poi c'è chi non dice mai un cazzo e fa! Ché a me m'hanno insegnato così certe persone di cui quasi non ricordo la faccia. Zitto e fa!
Ma oggi ho mal di testa.
E non ho voglia di stare zitto!
Mi trattiene solo la luce che salta all'improvviso. Un intero dipartimento al buio. Ma soprattutto al caldo.
Una piccola folla si assiepa davanti al quadro degli interruttori. Nessuno osa fare nulla. Tutti telefonano simultaneamente al dipartimento tecnico.
Stacco un paio di pc, un paio di fotocopiatrici, un paio di altri aggeggi staccabili e riaccendo. Non credo ci voglia un esperto per tirare su un interruttore.
- Bravo Ginocchia, così può riprendere subito a lavorare su quei protocolli di cui ieri - mi fa Capo alle spalle.
- Già - rispondo - così lei può riprendere a..
Ci guardiamo.
Ha il caffè in mano che ancora fuma. E come lui Vicecapo.
Ho mal di testa.
E questo freddo non aiuta. Il condizionatore spinge a manetta per fare i quindici gradi che ho impostato.
Tra poco salta di nuovo tutto!! Chiamate il dipartimento tecnico!

lunedì 18 giugno 2007

Work in progress

Non ce la posso fare! Non tutto questo lavoro da sbrogliare proprio oggi, ora!!
Non ora che ho la testa altrove! Il cuore altrove!!

venerdì 15 giugno 2007

Cinema GAP - Sala notte

Notte senza sonno quella appena passata. O meglio, notte senza dormire. Che di sonno ce n'era, ma certe sere lasciarsi morire pare proprio un buttare via il tempo. Meglio coltivare un po' di sana sonnolenza, poi, il venerdì mattina.
Mi sono lasciato sedurre da "Un borghese piccolo piccolo". Un Monicelli di trent'anni fa che ci osservava attento. E noi, come sempre, mediocri e disperati. Tremo se penso che da allora siamo riusciti solo peggiorare. A rendere ancora più miserrime le nostre piccolezze.
Io non so dire di cinema. Guardo, come si guarda qualcosa che ti si muove davanti.
Però sento. E ho avuto un conato di disperazione per quel che eravamo, per quel che siamo diventati. Per quest'incombente senso di peggioramento verso cui andiamo. Ché già trent'anni fa era un epoca di vessazioni, umiliazioni, egoismo, banalità, cenciosa e volontaria mediocrità. E non un passo avanti è stato fatto.
Neanche la vendetta è eroica. Solo un perpretarsi della miseria, da uomo a uomo.
Questa vendetta qui è tanto intimamente cruda e disperata da rendere "Old Boy" e "Lady Vendetta" film per fanciulli.
A volte penso che siamo gente per cui non c'è salvezza.
E mi fa rabbia cadere, e pensare così!

[E poi mi vien da ridere che se cerchi su google immagini
"Un borghese piccolo piccolo", a pagina cinque ti vien fuori la faccia di Pierferdi.]

giovedì 14 giugno 2007

Simmetria raggiata

Ed io mica sono tanto bravo, poi, a fare più di una cosa alla volta.
Sono come quegli animalini fessi che non reagiscono a due stimoli contemporaneamente. Ecco, ho l'arguzia del riccio di mare!
Accidenti a me e alle mie spine!!

mercoledì 13 giugno 2007

Velleità

Fukuda: però l'uomo è proprio una bestia stupida!
Ginocchia: già..
Fukuda: ma tu pensa come ha sprecato questo dono dell'intelligenza..
Ginocchia: e il pollice opponibile..
Fukuda: no, dico sul serio! Pensa a tutto il tempo che si spreca lavorando.
Ginocchia: [sospirando] tasto dolente, questo, caro collega di sventure e scelte sbagliate..
Fukuda: no, perché io mi chiedo ancora che senso ha lavorare dopo che ormai si è imparato a stampare i soldi!!
Ginocchia: ..

Silenzio.
Silenzio.
Gente che corre.

Ginocchia: se mi compro una telecamera facciamo il nostro film indipendente?
Fukuda: certo..
Ginocchia: ma non un porno, cioè, non subito almeno..
Fukuda: uff!! Sempre a smorzare gli entusiasmi te..
Ginocchia: lascia stare, c'ho già il titolo! Sarà un film geniale!
Fukuda: mmh..
Ginocchia: [entusiasta] senti come suona bene: "Niente figa at the bus-stop"!
Fukuda: ..

martedì 12 giugno 2007

lunedì 11 giugno 2007

Meteosincronia

Però c'è qualcosa di meraviglioso nell'uscire da lavoro che sì, vabbè che non c'è il sole, ma di piovere non se ne parla proprio! Anzi, laggiù è ancora bello azzurro!! Qualcosa di meraviglioso in quelle nuvole nere che scendono a rotta di collo giù dalla collina. Che sembra davvero vogliano prendere te.
Oh cazzo!! Vogliono davvero prendere me!!
Meraviglioso è quando arriva la prima goccia che sei a metà strada. E non si può più tornare indietro, solo andare [come sempre, solo andare, Ginocchia, solo andare!]. Al massimo pedalare un po' più forte che magari quegli alberi lì..
Meraviglioso è ritrovarsi fradici in un istante, e soli. E gridare. Che non gridavi così forte da quando eri alto così!
E poi cantare, che fradicio così può essere solo un film.
Uno di quelli in bianco e nero con il protagonista un po' sega, ma simpatico in fondo. Uno di quelli dove non succede nulla, e proprio per questo tutto, e alla fine scopri che la felicità non sai cos'è, ma quel tè verde che sa di riso soffiato
[Genmaicha] bevuto bollente, la doccia ancor più bollente del tè, un gatto nero a cui fare i dispetti fanno sempre un sacco sorridere.

sabato 9 giugno 2007

Ventinove

Una frase da niente al telegiornale della sera. Forse neanche una ventina di parole in tutto.
Al meeting di atletica di Torino, battuto il record della Simeoni. La Di Martino vola a dueezzerodue.
Ne conto diciassette [i numeri contano uno, naturalmente!], in sole diciassette parole vola via un altro granello di infanzia. Scivola lontano, insieme alle fantasticherie fatte sulle ruote lenticolari di Moser, alla corsa esatta di Mennea.
Ventinove anni che non posso più trattenere, per un solo centimetro.
Perché era bello poter dire 'io c'ero! Io l'ho vista volare, Sara!'.
Anche se ero troppo piccolo, allora, per ricordare bene. Ma c'era mio padre a dirmi ogni volta, per anni:
"Ti ricordi, Ginocchia? L'abbiamo vista insieme, io e te!".
"No, che non mi ricordo una fava, papà! Avevo solo tre anni"
"Beh, che fa? Non ti ricordi che stavamo io e te da soli in agosto?"
La nostra prima serata tra uomini in una casa di femmine. Memorabile!
E poi, molti anni più tardi, innamorarmi perdutamente di una ragazza secca e dinoccolata, un crocchio di ricci neri su gambe lunghissime. Innamorarmi perché assomigliava alla Simeoni e pensavo potesse davvero insegnarmi a volare.
Ed ora che non c'è più padre, non più ricci neri e naso lungo di cui essere svagatamente innamorato e neanche più l'ostinata resistenza del record, davvero mi manca qualcosa di solido su cui poggiare la fantasia.

[Si vede tanto che ho fatto il fosbury ai giochi della gioventù del 1989? ;)]

venerdì 8 giugno 2007

Ipofisi

Il fiume è acqua nera. Gonfio di buio.
L'oscurità rende migliori anche gli incubi. Che sotto il sole di cromo di oggi scorreva solo pestilenziale fanghiglia grigiastra.
Galleggiano rami e bottiglie. Corpi morti nel niente. Qualche bolla da sotto che increspa.
Si dice sboccino dall'acqua sorci grandi come gatti nei giorni dopo la pioggia. 
Ed io ho ricordi che fanno male da fargli rosicchiare in questa sera vissuta all'indietro.
Un cervello da suggere fino all'ipofisi.

[No, non è che sono pazzo! Solo che a volte capita di scontrarsi di faccia con ombre alte quasi unoeottanta!]

giovedì 7 giugno 2007

Autunno

È che adesso avrei voglia di caldo. Giornate di luce che strema l'asfalto. Birra ghiacciata appoggiato ad una ringhiera rovente, camicia chiara di lino, aria distratta. Braccialetti di legno e occhiali da sole, magari. Cielo senza scampo di nuvole. Sudare immobile sette camice. Docce gelate. Strade piene di gente. Concerti e zanazare. Gite al mare, gomito fuori dal finestrino. Ragazze in sandali e canottiera. Gelati da mangiare veloce -che sennò si sciolgono in mano. Frutta fresca, insalata, pomodorini. Sbrodolarsi di pesche, anguria, melone. Cercare angoli d'ombra per potere parlare. Occhi che sembrano farsi più chiari. La sera il fresco della collina o del fiume. Il jazz sotto al castello ed il rock sul torrente. Rigirarsi nel letto. Uscire fuori in mutande a fumare. Finalmente trovare la pace del sonno disteso sul fresco del pavimento.
Estate.
Credo si chiami così.

mercoledì 6 giugno 2007

Entomologo

Arriva improvvisa e muta. Alle spalle.
Scivolando su sei zampe di seta.
Che mi sono distratto un istante soltanto a guardare quella signorina dai capelli arruffati che pedalava una bici di latta. E intanto il cielo si copriva di nuovo.
Un suono di fagotto dal palazzo di fronte mi ha rubato un
pensiero di legno. Testa che ciondola, capelli che cadono. Come un senso di nausea.
L'aria sembra essersi fatta di allume. Fa male anche solo il respiro. E tanto basta a rubarmi la sicurezza del passo.
Mi son distratto un attimo, dicevo. E mi è entrata dentro, come un insetto che scava, una tristezza di cenere. Eppure stamattina ridevo e danzavo, un ballo a tre passi
col gatto. Due avanti, uno indietro. E girare.

Non so più arrabbiarmi per questo mutare.
Per questa mollezza di terra dove tutto si insedia. Sono un covo d'insetti, ahimé, non solo tristezze.
Ed allora non mi resta che attendere il volo delle locuste, ali rosse e allegria di naufragio. Che tra poco si cambia di nuovo.

[E credo che mi aiuterò con un giro da Feltrinelli!! che sarà poco serio, ma lo shopping è terapeutico davvero!!]

lunedì 4 giugno 2007

Supermarket

Ah, cosa non farei per tenere su di morale le truppe!!

[È che avere ospiti mi diverte! E se non mi divertisse sarebbe un guaio, visto che spesso me li trovo inattesi alla porta: sfacciataggine e talento in cucina! E poi il gatto Arturo è contento di farsi le unghie su facce nuove!]

domenica 3 giugno 2007

Inettitudine

Scusate! Io, la gelosia, ancora non la capisco proprio bene. Mi spiace..

[Paul Gauguin - Aha oe feii? (What! Are You Jealous?), 1892 - Oil on coarse canvas (68x92cm) Pushkin State Museum of Fine Arts, Moscow]

venerdì 1 giugno 2007

Gocce

Una notte di pioggia insistente sul tetto. Scrosci come domande.
Non ho molte risposte da dare, solo ascoltare.
Ma il perché delle cose non posso più permettermelo.
Ha meno risposte del resto.