mercoledì 28 maggio 2008

Latta

Continua il tempo triste delle pioggie monsoniche alla piemontese, che vuol solo dire che il cielo si nasconde dietro una coltre di nuvole unte come di bagna càuda, che lasciano spossati e grevi, avvinti solo dalla voglia di fumare, come dopo una cena di festa dalla signora Pautasso.
Nello stomaco si prepara uno tzunami dell'umore.
Mi travolgerà la malinconia della pancia piena e del cielo cupo.
Intanto persevero nella deforestazione del mio cervello. Mi accanisco, e continuo a sentirmi come un'acciuga sotto sale.
    

martedì 27 maggio 2008

lunedì 26 maggio 2008

Lunedì

Piove un'acqua scura e fredda, da settimane ormai. Senza tregua.
Lentamente, si è insinuata nel vuoto delle ossa, salendo per capillarità fino alla testa ha allagato i pochi pensieri superstiti alla siccità invernale. Idee fatte di niente stanno coi piedi a mollo, coi reumatismi.
Alzarsi è un fastidio inevitabile, come la patibolare passeggiata con l'ombrello e il fondo dei pantaloni che striscia sul selciato umido.
Ecco, che mi fottessero l'autoradio, invece, l'avrei proprio evitato volentieri. [E il fatto che abbiano lasciato al loro poto i cd è indice di pessimo -il loro- gusto musicale.]
      

venerdì 23 maggio 2008

Per vie traverse

Uno schiaffo in faccia. La mano aperta delle immagini sferza il viso a ripetizione. Non è un pugno in pancia che ci si può accartocciare a coprirsi il ventre, fare bozzolo e aspettare che passi.
Gomorra colpisce al viso e non lascia nessuna via di fuga allo sguardo che impietrito segue l'intreccio delle storie.
Sono vite raccontate dal basso: crude, disperate, vere.
Non è un film. Somiglia piuttosto a una passeggiata in città.
Checchè ne dica Afef.   
    
 

 

giovedì 22 maggio 2008

Argento

La pioggia frusta i visi tesi in diagonale. Acqua come a secchiate.
Nel cerchio di centrocampo le maglie blu si abbracciano strette, gli occhi fissi alla nuca del capitano. La fila ordinata di maglie rosse si è spezzata, una talentuosa ballerina chiede perdono per un errore veniale stando inginocchiata culo all'aria.
La faccia quadrata di John Terry non tradisce esitazione. Segnerà.
La palla giace immobile sul dischetto, come in attesa di esplodere in gloria. Il portiere è pronto a tuffarsi dal lato sbagliato: davanti a certa feroce determinazione il lato è sempre quello sbagliato.
La rincorsa è breve, quel tanto che basta al piede d'appoggio per piegare lievemente sull'esterno e, invece che piantarsi saldamente accanto alla palla, scivolare sul cuoio bagnato di qualche centimetro in avanti. Il corpo si sbilancia di un infinitesimo all'indietro, nonostante i dorsali spingano le spalle verso il basso. Il destro impatta sulla palla con violenza, facendola schizzare in avanti in una nuvola d'acqua. Il portiere è già caduto dalla parte sbagliata, come se volesse scappare.
Ma la rete non si gonfia, rimane floscia, inerte, mentre la sfera termina la sua corsa contro i cartelloni pubblicitari alla sinistra del palo.
Solo gli occhi si gonfiano di pioggia.
Siamo tutti a una manciata di centimentri dal fallimento. Microsecondi. Forse è per questo che non so non amare chi arriva secondo. 
    

mercoledì 21 maggio 2008

Cronache dal divano

Il divano, desertico territorio di caccia del gatto, promette la pace che le lombari implorano dalla mattina, il poggiareni mi invita a snodare le vertebre, il dvd aspetta a fauci aperte la mia attenzione che Bruno conquista in pochi minuti di film, con quella faccia da briscola e il fare svelto del bambino grande.
Quando comincio a gridare: "Non mollarla lì, che te la fottono quella cazzo di bici!!!", scopro di essere completamente scivolato dentro una storia di tanto tempo fa. Immerso fino trepidare.
E sorrido nel trovare su di me gli stessi vizi di Adelina, quella vana speranza che la vita a cristalli liquidi possa essere cambiata dal nostro inutile urlare contro schermo.

Purtroppo, non cambia mai nulla. Perfortuna, mi ha visto solo il gatto.