venerdì 23 ottobre 2009

Commilitone Elle

Gli arancini della zia Elle sembrano piccoli soli roventi. Solo a guardarli la pelle si arrossa, il sangue si scalda e la pancia si apre a voragine.
Il profumo dello zafferano trema ancora nell'aria, mentre mi spalmo due gocce di protezione venti sulla faccia.
Zia Elle mi guarda di traverso, le mani indaffarate ad appallottolare sistemi solari di piselli e ragù.
[Che poi, secondo me, la storia del
nucleo solare è un po' una fandonia raccontata agli ingenui. Ché al centro del sole di sicuro c'è la fusione nucleare di piselli, ragù e riso giallo. Mica altro.]
Le sue dita, gli anni si contano in sottili increspature di pelle, si muovono comunque veloci, una sequenza di gesti che provo a rubare con gli occhi. La lingua, però, è ancora più rapida: 
- Azzì, stai zitto ché io
già lo so. 
- Ah sì? E cosa sapresti tu?
- Quello che non dirai mai.
Sorrido e le spio il ruotare del polso che chiude la sfera di riso. Poi scosto una seggia e mi accomodo al tavolo, dove magicamente sono comparsi bicchieri e bottiglia.
Verso da bere e continuo a non dire.
É come una rimpatriata tra veterani di guerra. Non serve parlare.
   

7 commenti:

  1. oh, da quando hai visto la lingua del santo... mutangolo ti sei fatto! :)

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  2. minchia...sa di cazziatone represso quello "sta zitto che già so tutto"....

    mutangolo, si...mutatis mutangoli...

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  3. sì, ma non dirla in giro questa cosa del nucleo. ché poi qualcuno si mangia il sole. 

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  4. magari fosse così facile... poter non dire che lo si sa già.

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  5. elena.. è che una parola è poco e due sono troppe, come diceva la nonna..

    eppi.. sono una bomba, gli arancini di zia elle..

    gmai.. macchè cazziatone, cameratismo..

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  6. trilli.. è che soffiando, il sole, non si raffredda..

    olt.. con alcune eprsone funziona, ma poche invero..

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