mercoledì 9 dicembre 2009

Terrazza panoramica

C'era il cielo, che si lasciava crollare piano sulla città appena accesa. E c'erano le arance aggrappate a rami troppo verdi, che mi sorridevano come fossero in posa per la memoria, per una fotografia da scattare con gli occhi, da lasciare imprimere nei sali d'argento di un pensiero irrazionale. Una fotografia al contrario, con le spalle voltate al panorama perfetto, invaso da milioni di occhi, da milioni di dita tese a indicare, da milioni di nasi allineati alle dita, come pronti a sparare un 'Oh' di meraviglia dalla bocca socchiusa.
Di spalle, sentivo gli obiettivi che raschiavano avanzi di luce dai tetti inermi.
Il buio calava lento, danzando su un ritmo di click, e toglieva vigore ai colori e a me. Solo le arance sembravano vive in quella penombra.
La punta di una sigaretta guidava i miei passi come un faro, il respiro era il suo giro.
Oltre la ringhiera, troppo spazio da abbracciare con uno sguardo solo.
E c'ero io, voltato di spalle, estraneo alla linea tracciata dagli occhi degli altri, che seguivo l'odore di aspro del vento:
- Buono questo, vero? - mi dicevano dita chiuse su uno spicchio.
Come un'offerta di felicità.
  

5 commenti:

  1. Come descrivi te il deragliare dal sentire comune, non lo descrive nessuno.

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  2. pepper, è che gap mangia tanta frutta...

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  3. eh, pure troppa, guarda cosa scrive... gli sarà fermentato troppo zucchero nel sangue!
    ;P

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  4. pepper.. è che mi si sono rotti i binari..

    gmai.. soprattutto mandarini, ultimamente..

    soffio.. io direi medio, ma io sono un perenne insoddisfatto..

    paola.. ops, speriamo che non si faccia aceto, ora..

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