martedì 22 settembre 2009

Cinque scene da un matrimonio

La sposa ha rughe sottili ai lati degli occhi e l'aria nervosa. Il trucco non basta a nascondere le ore di sonno perdute, che sembrano tornarle sul viso nei lampi di sole sul velo. È bella mentre cammina lenta lungo il corridoio che porta all'uscita, nonostante le gambe del consorte non diano la stabilità che sperava al suo passo.

Una bambina con un vestito a fiori lascia cadere un flut dalla terrazza a picco sul mare. Ride sguaiata all'impatto che manda il vetro in frantumi, e che nessuno sente. Poi coglie il mio sguardo e si gela. Immobile, come una bestia selvatica sotto la luce improvvisa dei fari.
Quando si accorge che rido lancia un urlo selvaggio e comincia una danza che sembra una festa.
Tra complici ci si riconosce così.

- Ho fatto una scorpacciata di ostriche alla sfilata di Gucci, all'Excelsior - dice a voce alta una signora dal tailleur nero, mentre rifiuta con aria piccata l'offerta del cameriere.
Io non so trattenermi. Mi giro, la guardo, e col migliore sorriso di casa le dico:
- Non vedeva l'ora di dirlo, nevvero, signora?
Il freddo arriva che sembra inverno. Che quasi mi pento.
Al tavolo sono tutti immobili, forchetta alla bocca o a mezz'aria.
Poi qualcuno riscalda l'ambiente:
- È che alla sfilata di Cavalli fan solo panini.
E si riprende ad affrontare i molluschi. 

Lui fuma il sigaro e ha l'aria cupa. Guardinga. Si muove nervoso per tutto il castello, come un capitano che passa in rassegna ogni potenziale pericolo.
Quando lei lo raggiunge capisco perchè. È di una bellezza che abbaglia, che attira gli sguardi su sé a ogni movimento dei capelli nerissimi. A ogni respiro che fa danzare il seno.
Donne così belle andrebbero accompagnate con sicurezza. Anche solo inventata.

E poi c'è quello che cerca l'aria del terrazzo con fame. Infischiandosene della pioggia, si affanna a fumare e a ridere del tempo cangiante. Sembra allegro della lontananza che mette alla gente. La cravatta ciclamino sull'abito nero è come un richiamo per api ubriache.
Lo osservo tornare al suo tavolo, il passo dinoccolato.
Seduto sembra altrove, come fosse ancora fuori.  
             

11 commenti:

  1. Ecco, la fauna del matrimonio al quale sei stato tu era molto meglio di quella al quale sono stata io.
    Questo sabato bisso.
    E poi altri due in programma ancora nei prossimi mesi.
    Del funerale faccio anche senza :)
    s.

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  2. hai elencato come al solito in modo geniale, tutti i motivi per i quali detesto andare ai matrimoni.
    non proprio a tutti ma ad un buon 95%.

    cavoli! ma come si fa!??!?

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  3. si, tutto nella norma, perfetto. sciccoso snob, noia di maniera, sfilate improvvisate di moda. occai.
    ma lasantagrigliata ci era, ad un certo punto?
    chè a me se proprio il supplizio devo affrontarlo mi ci piace lo stile minimal-raccolto-greve.

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  4. sei un ottimo osservatore ma sopratutto un egregio interprete della normalità mai banale ma spesso appena intravista :)
    mi spiego?

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  5. Per le scene due e tre sei il mio eroe indiscusso. Grande.

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  6. ma quanto mi è piaciuto questo racconto di persone... (chiaratiz)

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  7. Eh, bello sì.
    Ho amato molto il fumatore.
    The long distance smoker.

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  8. sagami.. i matrimoni sono di una noia indicibile..

    gmai.. io devo abolire la mia partecipazione agli sposalizi..

    sammy.. non ne ho fatte, ma lei, beh sì, meritava..

    hq.. c'era gente trendy, troppo..

    eppi.. bisogna stilare un diario delle scuse possibili per starsene a casa..

    rafasia.. no, questo era solo supplizio gratuito..

    marlene.. no, ma questo credo dipenda dalle mie scarse capacità cognitive..

    viridian.. io, coi bambini punk e un po' caratteriali vado sempre d'accordo..

    chiara.. è che i matrimoni offrono spunti di varia umanità..

    pepper.. i fumatori sono eroi moderni, tutti..

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  9. Sono rimasto senza fiato dall'incredibile maniera che usi di descrivere questi squarci di vita umana. Un post davvero fantastico, di quelli che se ne trovano pochissimi. Complimenti.

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