giovedì 26 novembre 2009

L'odore delle parole

Le mani si bloccano a mezza strada, tra le tasche e la bottiglia d'acqua frizzante, immobili nello stupore. Tiro su col naso, forte, un paio di volte, come una bestia che riconosce nell'aria qualcosa di familiare.
Un odore che non dovrebbe esserci, però, nel vuoto di una scrivania riempito solo di carta, e polvere, e caffé di pessima qualità. Di pelle, di lana, di nebbia che entra dalla finestra.
Eppure si infila, nel getto di parole buttate all'indietro e nelle risposte secche come uno scavare, un odore di mare morto. Odore di granchi lasciati marcire in una pozza di sale, di gusci svuotati dalla fame dei murici, di alghe seccate dal sole. Un profumo velenoso di marcio che quasi mi fa sboccare. Un profumo che avevo dimenticato di amare.
A volte, le parole, si sentono col naso. 
Col naso mi ricordo chi sono.
         

8 commenti:

  1. L'odore di cosa? Come si ama un profumo di marcio?

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  2. Sfortunatamente io no, più con le orecchie e con gli occhi...

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  3. L'importante è ricordarsi chi si è.
    In qualunque modo accada.

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  4. Io concordo molto.
    Bello il pezzo, bello l'odore.

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  5. col naso, sì. che riposta ricordi e (ri)crea immagini.

    (non buttiamoci giù a me è piaciuto tanto, buona lettura.)

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  6. vero.
    e bello il modo in cui l'hai detto.
    queste parole sanno di buono.

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  7. ua.. è che ti si incolla addosso come il momento più bello della tua vita..

    paola.. il naso è indispensabile, invece..

    gmai.. ricordarsi e ritrovarsi, nonostante tutto..

    pepper.. soprattutto l'odore..

    emme.. il naso è uno strumento potente, che mi stupisce sempre..

    elena.. sanno di mare vecchio..

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  8. bel post
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