lunedì 27 aprile 2009

Nella pancia del Hangar

Qualche linea di luce in lento movimento e del fumo di ghiaccio secco nel buio. Tanto basta a scolpire nel cervello l'idea di una barriera, sculture di luce, appunto.
Avvicinarsi non serve a smentire.
Il corpo gira attorno alla luce come se fosse solida, si infila negli anfratti di buio che lascia, come ingressi nel ventre di un muro che è fatto solo di fumo.
Si prende un bel respiro, allora, e si tende una mano a toccare il nulla.
Lo si attraversa trattenendo il fiato, come una violenza alla realtà dettata dagli occhi.
Lo stupore sta proprio lì, forse, nello scoprire che le nostre barriere, forse, non sono poi così difficili da varcare.
Trattenere il respiro e fare quel passo. Andare.
Anche cadere magari.
Ché tanto, di là, c'è la solidità de I sette palazzi celesti a cui poggiarsi.
         

6 commenti:

  1. ci sono già stata due volte ed è davvero magica questa mostra. è magico scoprire come la mente s'illude. e come ci piace illuderci di qualcosa pur sapendo che è finzione. come ci piace immergerci nel buio fatto di luce.

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  2. ma sono sempre lì nell'hangar? anche se nel remind le date parlano del 2004/2005?

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  3. Avvicinarsi non serve a smentire. Vero.

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  4. CEstUnAnge , solo due? avevo capito che avessi preso residenza :)

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  5. in effetti stavo pensando di chiedere in usufrutto un attico nel secondo palazzo celeste. vista BREATH.

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  6. che meraviglia!!! grazie per la segnalazione :)

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