giovedì 24 gennaio 2008

Fotosintesi clorofilliana

Sono giorni che sento il sole, addosso. Come un dito che preme sulla schiena e la raddrizza. Stiro le spalle, alzo il collo, stridono le vertebre sui dischi.
Una pianta che si spinge dal ventre della terra. Mi sento i cloroplasti spaccare l'acqua con la lama della luce, i vacuoli farsi turgidi, crescere le pareti di lignina.
Alzarsi è un movimento infinitesimale di cui ci si accorge solo alla fine dell'estate. Così come cambiare.
Allora corro. Che dolgano i muscoli di acido lattico, che si storcano le caviglie. Perchè nei passi è il mio essere senza radici.
Buttare fiato e nomi di persone.

6 commenti:

  1. speriamo che anticipi quanto basta..
    io mica la reggo un'altra gelata..
    :)

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  2. speriamo che anticipi quanto basta..
    io mica la reggo un'altra gelata..
    :)

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  3. cavoli se arrivasse anche qui la primavera non sarebbe male, potrei uscire dal letargo di orso ghiottone quale sono e smuovere le gambe.

    Anzi, perché non chiudiamo gli uffici in primavera e ce ne andiamo tutti al Sud a risanarci i polmoni e l'anima?

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  4. cavoli se arrivasse anche qui la primavera non sarebbe male, potrei uscire dal letargo di orso ghiottone quale sono e smuovere le gambe.

    Anzi, perché non chiudiamo gli uffici in primavera e ce ne andiamo tutti al Sud a risanarci i polmoni e l'anima?

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  5. pippa.. io sottoscrivo tutto, andiamo al Sud.. :)

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