giovedì 20 novembre 2008

Il nero delle unghie

L'orologio del salotto si è fermato. Un incrocio di braccia che fa quattro e quarantatre.
Me ne sono accorto immediatamente, perché il silenzio della notte si è fatto ancora più muto. È divenuto come solido, avvolgendomi in una ruvida coperta di ombre.
Guardo in alto, come a cercare la sorgente dell'oscurità. Ma trovo solo l'esasperazione del litio che recide il nodo al polso di quei quattro fili che mi tengono ancora ancorato alla terra.
Era poi solo un ticchettio a legarmi a questo lato del mondo.
Essere perduto è il solo modo che so.
Il solo modo che ho per cercare la verità. Quella verità che si nasconde come una scolpendra negli anfratti del giorno, che si affossa tra doveri e incombenze, che si avvolge come un onisco per non farsi vedere. Una verità velenosa come un ragno.
Ma di notte ho unghie lunghe a sufficienza e denti aguzzi per scovarla. Occhi gialli per scavarle il vuoto intorno e vederla nuda.
Per scoprire me.
            

4 commenti:

  1. No comment... Tu si che sai dire certe cose.

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  2. c'è che non si può dire nulla.
    In certe battaglie notturne non ci possono essere alleati, è solo un vis a vis.
    s.

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  3. da oggi quegli animali, conosciuti ma di cui ignoravo la specie, hanno un nome.
    ma io non sono mai riuscita a darne uno a quella verità che gioca a rimpiattino nelle nostre giornate e nottate.
    e ho smesso di cercarla.
    anzi, non credo nemmeno più che esista.

    (ora io non vorrei mai aver detto tante volte bravo in vita mia per far sì che dirtelo adesso avesse il peso di una parola elargita una tantum, solo a pochi e come una investitura di cui mandare fiero l'altro)
    :*

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  4. paola.. ma non lo so, io dico un po' come viene.. cmq grazie.. :)

    sagami.. e si prendono certe botte!

    gmai.. ecco, io vorrei che mi si dimostrasse la non esistenza della verità.. mi piacerebbe avere un dubbio per certezza..

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