giovedì 19 luglio 2007

Dislessico di Memoria

Tre albicocche. Arancioni.
Stanno qua, adagiate sulla scrivania tra lettere, protocolli, agende, penne, occhiali. E quasi non riesco a mangiarle tanto sono belle.
E poi c'è mia nonna, che saltella nera tra frutta e pensieri di cartapesta. Mia nonna che mi obbligava a portarle il nocciolo di ogni albicocca che mangiavo. Ed io che ne facevo delle buste enormi, scricchiolanti di legno, che le lasciavo come regalo sul pavimento della cucina. La vecchia che le stendeva al sole a seccare e poi con il martello su un pezzo scanalato di pietra rompeva ogni singolo nocciolo per estrarne la mandorla.
Nonna che girava il torrone di mandorle d'albicocca.
Un torrone strano, duro. Tutto vuoti di zucchero.
Il suo sapore stava in quella figura nera, mani da minatore e faccia di tartaruga.

4 commenti:

  1. sì, sei tornato.

    mammamia quanto mi sei mancato...
    è meraviglioso quel che scrivi.
    e come, poi.

    sei... sei... sei come una doccia al profumo di mandarino dopo una giornata di caldo insopportabile.
    ecco.
    che se poi ti dico grazie tu mi rispondi "e di che?"... e allora preferisco dirti così.
    :))

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  2. che dire..
    ho ancora idee poco lucide..
    colpa del jetlag..
    cmq ti ringrazio tanto..
    :)

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  3. a parte la metafora della doccia, che non so come sia ma mi fa impressione, sono d'accordo con Lillilupe :)


    Sammy

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  4. Sammy, perchè ti fa impressione?
    E' una cosa fantastica: ti risveglia tutti i sensi, ti rinfresca mente e corpo e ti fa sorridere :))
    Come gap!

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