mercoledì 10 settembre 2008

Di seconda generazione

Scendo di corsa, con addosso una specie di vergogna. Dall'etere [grazie, Elena!] arrivano notizie che sono nere per davvero.
Io non sono in grado di capire certe cose -sono un ingenuo in questo senso. Ho bisogno di vedere, di indignarmi, lentamente digerire, imparare ogni volta da zero che intorno a me rimane intatto un groviglio di stupidità, paura,
ignoranza ed egoismo.
Quando arrivo trovo solo un muro di fresco ripulito, nell'aria tracce vaghe di solvente.
Del mio essere in ritardo faccio cosa lieve vagando inerme per la piazza. Un sorso d'acqua al toro verde, un giro intorno al cavallo di bronzo, un passaggio lesto e indifferente su un paio di testicoli d'ottone incastonati sotto i portici. La fortuna, si sà, va anche corteggiata.
Poi mi perdo in un reticolo di foto lasciate in bellamostra sul lato destro della piazza, un sentiero da seguire passo passo, viso per viso, parola per parola.
I figli degli altri, ora, sono loro. Molto più vicini a me di quanto faccia pensare il colore della pelle, il taglio allungato degli occhi, l'abuso di consonanti nel parlato.
"Ammiro il coraggio dei miei...", mi commuove una scritta. Ché di coraggio ce ne vuole veramente tanto per lasciare tutto ciò che si conosce e andare via.
Ecco, mi capita di pensare che una società è civile quando è aperta all'accoglienza. Quando fa della differenza un'occasione. E non una scusa per alimentare la paura.
   

9 commenti:

  1. Quelle foto sono bellissime!
    e anche le storie che rivelano.
    perchè l'immigrazione non è solo quella descritta dai leghisti.

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  2. a proposito di accoglienza...
    le tue ultime parole ben si accordano con il "benvenuto" del sindaco di francoforte, sul sito della
    città
    davvero un'altra civiltà...

    (anche questo viene dall'etere, da un blogger italiano - totentanz - che vive a francoforte, per l'appunto)

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  3. grazie! ma non mandatecimi a lavorare, per favore!!! :)

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  4. purtroppo le differenze vengono livellate..viva l'integrazione no? dove tutti si deve diventare uguali, corpi di plastica sorridenti, produttivi, acquirenti
    (uh ma lo sai che questa ilaria io la conosco? l'ho persa di vista da un po' e mi fa piacere trovarla qui e grazie a te)

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  5. certo, alimentare le paure e creare il capro espiatorio fa distogliere l'attenzione dai problemi veri. ci trattano come la folla lobotomizzata nei Simpson quella per intenderci che si arma e va sotto casa di qualcuno, solo che in tv fa ridere, nella realtà invece molto meno

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  6. ossi, io purtroppo inizio a non trovarlo divertente nemmeno nei cartoni.
    vi sembro troppo retriva se dico che poi a noi adulti può far ridere ma ai bambini trasmette?
    e ciò è preoccupante!
    cioè, io i simpson glieli faccio vedere a mio figlio, però poi gli parlo e gli spiego alcune cosette.
    ma non credo che facciano tutti così....

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  7. bè i simpson sono cartoni per grandi, fanno satira intelligente e critica del sistema che sicuramente i bimbi non sempre possono capire.

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  8. gmai.. è che noi umani siamo bestie in movimento, perché non farsene una ragione?

    elena.. ecco, io di francoforte conoscevo solo il brezel e la birra, ora anche il sindaco.. :)

    astio.. integrare non è livellare, è conoscere e capire, credo..

    ossimoro.. io comincio a credere che siamo una folla, se non lobotomizzata, piuttosto inerte.. :/

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