giovedì 12 aprile 2007

Tramonti

Quel che fa paura è la lentezza.
Vedere i colori andarsene ad uno ad uno e sentire dentro l'angoscia che cresce piano. Immotivata. E per questo ancor più spaventosa. Come un presentimento.
I primi ad andarsene sono i rossi. Risucchiati con violenza dal sole che precipita in basso e ne fa una pozzanghera arancio. Rosa talvolta. Ma non è lì che i mie occhi scivolano.
Dalla parte opposta, a Est, i rossi sono ormai morti.
Resistono appena i verdi, anche se la loro è solo un'agonia. Stillicidio di colori che virano al grigio.
Dopo poco, del blu resta solo un ricordo alluminio cbe si contorce sulle ombre nere delle colline.
La macchina corre. Per quel che può correre Giovanna con le sue gomme lise, lo sguardo dei fari appannato. E piano mi scivola addosso il buio.
Lo stesso timore di quando, bambino, guardavo il mondo dal finestrino posteriore. Sempre lo stesso, a destra. Le gambe sudate di mia sorella mezzana contro le mie, a fare caldo e fastidio. La grande che cercava di giocarmi.
Non molto è cambiato da allora.
Addosso lo stesso immotivato timore di qualcosa che incombe. Lo stesso sguardo stupito e la stessa fatica a nasconderlo.
Solo che ora sono un poco più solo.

[Ho deciso di imparare ad andare sott'acqua quando mi hanno raccontato di come scompaiono i colori. Come un tramonto ogni metro. Da sprofondare lentamente nel blu.]

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