giovedì 26 aprile 2007

venticinque aprile

Ieri sono scivolato sul racconto di un vecchio.
Come al solito sono finito a mordermi le labbra per non lasciarmi commuovere.
Era una storia di ragazzi che il venticinque aprile di tanti anni fa scendevano finalmente dalle montagne. Prima Dronero, poi Saluzzo e Savigliano, fino a casa. Una storia conosciuta di amore, di morte, sacrificio. Di terra liberata. Di amici, di nemici, di bene e male. Di scarpe sfondate e vestiti lisi, di file di camion, di donne in bicilcletta. Di fame. Odio, anche, e paura. Di gente che si ritrovava e gente che non si trovava più.
Ho ringraziato per ogni pagina di Fenoglio, Vittorini, Calvino, Pavese regalatami.
Ho pensato che resistere è l'ultimo credo rimastoci.
E che non credo a chi vuole riscrivere il passato per giustificare la pochezza dell'oggi. A chi ha trasformato la necessità della libertà in liberismo necessario.
C'era la Storia tra quelle rughe.
A quelle io credo.

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