mercoledì 26 marzo 2008

Allo specchio

Di questa Pasqua ricorderò la grandine, come tre dita di bianco sull'asfalto di un ponte (quello che per molti anni fu il più grande d'Europa per ampiezza dell'arcata). Il viso da Buddha della piccola Arianna -quattro pasti di latte al giorno e la mela grattugiata con due gocce di ferro, a metà mattina-, i capelli neri sugli occhi color tempesta. La zazzera bianca di Adelina indaffarata a giocar bambini, i suoi sguardi traversi a indagarmi il silenzio.
Non dimenticherò le spalle stanche del peso di Primonipote, addormentatosi in braccio a me per la tenera ostinazione di volermi come rifugio di quel sonno tutto mal di pancia e adenoidi.
Resterà la grazia radiosa di Sorellauno, come un taglio nella memoria, felice di due bambini che così belli nessuno se li aspettava.
E infine ricorderò l'essermi riconosciuto, nell'aria di festa e pioggia, finalmente pecora nera.

5 commenti:

  1. bella la grandine (se hai parcheggiato nel box)!

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  2. Le pecore nere da sempre sono le mie preferite :-)

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  3. Ecco, il periodo di Pasqua, per sentirsi ovini, non è esattamente il migliore :)

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  4. ma la pecora nera non si sacrifica, dai.
    si aspetta che torni all'ovile, per imbandire il vitello grasso.
    ergo, se sei amico dei vaccini (animalmente parlando), riprendi il largo senza sensi di colpa. e con ottimi ricordi in più.

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  5. sammy.. era la macchian di Sorellauno.. ;)

    pippa.. anche le mie, 'ccidenti!! :)

    sagami.. adoro il rischio! e poi ho detto nera, non sacrificale..

    emme.. io son tanto amico del somaro, dici che c'entra qualcosa? :)

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