venerdì 21 marzo 2008

Sartoriale su misura

Sono giorni senza requie, questi.
Il tempo è vincolato ai ritmi serrati del dovere. L'abuso di lavoro dovrebbe essere condannato per legge: è un crimine contro l'umanità.
La notte, poi, si trasforma in un interminabile trambusto di maldestre parole non dette. Quando finalmente trovo il tempo di riposare nella cuccia del divano, il sonno è ormai fuggito altrove. Andato a inseguire chissà quale altro ubriaco di veglia.
Allora mi aggrappo alle fauci delle luci che filtrano dagli scuri, per non scivolare in pensieri troppo malinconici.
Tenersi in equilibrio sul filo da imbastire è un arte imparata da piccolo, al circo delle sarte. Bisogna andare a naso, seguendo i colori delle stoffe e sapere i sette trucchi per infilare l'ago nella cruna.
Adelina è stata una brava maestra in cuciture, mi ha insegnato che la stoffa chiede tempo per diventare un buon vestito, come la sarta vuole silenzio per indovinare il taglio.

3 commenti:

  1. Cucire è sempre stato un gran mistero per me, ma secondo me tu sei un ottimo sarto delle parole :-))

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  2. il regalo più bello che ho ricevuto da piccola è stata una piccola ma verosimile macchina per cucire!...ho passato mesi a fare pupazzetti ripieni di ovatta.
    Forse dovrei riprendere...
    :)

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  3. pippa.. ma tu sei artista dei ferri da maglia, che ti frega di cucire? ;)

    gmai.. secondo me sì!! io ne voglio due per i nipoti..

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