mercoledì 7 gennaio 2009

Come d'inverno

La prima palla di neve la faccio direttamente in casa.
Apro l'abbaino e il tetto mi offre trenta centimetri di bianco, un brivido lungo le ginocchia e fumo dal naso.
Il gatto mi guarda sospettoso e cerca di far tana sotto al tavolo. Ma sono appena le sei del mattino e il sonno mi rende impalcabile: lo prendo in pieno tra lo sgabello e la cuccia.
Rido. E poi corro a pulire con lo straccio.
Fuori il mondo ha perso. Non ci sono più strade, auto, palazzi. Solo vie da inventare con il passo cauto dell'esploratore.
Mi piace la neve perché fa tabula rasa. Anche di me.

La seconda palla la tiro sul cinquantasette che non ci vuol far salire. Due metri fuori banchina sono una regola idiota che fa male alla cortesia dei vecchi autisti, quelli che ti tiravano su anche al semaforo.
Le mie lamentele le faccio di ghiaccio, insieme a quattro, ritardatari studenti.
Poi c'è solo camminare piano nel parco, come si fosse incarnato il silenzio.

La terza palla di neve la tengo per chi si lamenta del tempo, che non se ne può più di questo ritornello noioso.
La neve in città è una meraviglia. E mette su voglia di fare all'amore.
             

4 commenti:

  1. C'hai ragione ... quando nevica in città meglio stare a casa a fare all'amore... Sacrosanta verità !

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  2. Oggi Torino era stupenda... Peccato l'organizzazione nulla di GTT...

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  3. carlos.. ma dopo una lunga passeggiata..

    inglisc.. io faccio pupazzi davvero sexy..

    romins.. stupenda davvero, soprattutto all'alba, quando non c'era ancora molta gente in giro..

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