venerdì 23 novembre 2007

Spalancato

La pasta con le sarde, nella sua segretissima variante villarosana -ricetta tramandata oralmente sbagliata di madre in figlio- è un tripudio di sapori in contromano. Sarde, finocchietto, pinoli, uva passa, mollica.
Sui fuochi, l'acqua troppo dura non vuole cominciare a bollire e io sbuffo al suo posto, impaziente. Il sugo si stringe lento. Nella padella grande, i finocchietti buttano fuori acqua da lasciare evaporare.
L'improvviso tocco di nocche sul vetro mi distoglie dai fornelli.
Bestemmio e apro la porta d'istinto, senza chiedere chi è.
Mi ritrovo davanti due ragazzette poco più che ventenni, una tutta avanzi di dred e frangetta nera, anfibi e jeans larghi, coperti da un larghissimo vestito bianco, l'altra biondina, dall'aria puntigliosa e ordinata.
Con un filo di voce dall'accento francese mi dicono:
- Scusa, siamo rimaste chiuse fuori casa. La serratura si è rotta. Ci presti un cacciavite?
- Certo! - rispondo mentre comincio a frugare nella cassetta degli attrezzi.
- Siamo al secondo piano, noi. Ma nessuno ci ha aperto.
- Ma avete chamato i vicini, il padrone di casa, qualcuno? Il fabbro?
- Sì. Ma nessuno ci ha aperto.
- E siete dovute arrivare fin quassù per trovare un cacciavite? Che palazzaccio! - provo a sminuire mentre scendo con loro per dare un occhiata alla porta.
Le mie doti di scassinatore sono piuttosto scadenti. Non riesco a fare molto altro che smontare un paio di viti e levare la chiave incastrata. Ma di aprire non c'è verso.
Mentre aspettiamo il fabbro le invito salire, inutile stare sulle scale al freddo.
Prepariamo il caffè e offriamo loro paste di mandorla e frutta martorana.
- Che giargiani!- mi scappa di pensare.
Sono simpatiche Alice e Muriel, piene di quella cocciuta spensieratezza delle studentesse in Erasmus. Piene anche di un certo qual allegro appetito: mangiano come due minatori polacchi [ad occhio, direi fame chimica]. Fanno anche amicizia con l'ostile gatto Arturo mentre raccontano del loro primo anno a Torino, delle feste di architettura, delle scorribande in collina, del balon.
Il citofono interrompe le chiacchiere. Il fabbro.
Mentre scendono di corsa allungo loro un pacchetto di biscotti. Mi è sembrato gli siano piaciuti.

L'acqua, intanto, ha cominciato a bollire. Mentre butto duecentotrentotto grammi di penne rigate Garofalo mi capita di pensare che è bello lasciare porte sempre aperte.

12 commenti:

  1. ...eh come sei pregiudizioso solo perchè aveva i dred hai pensato fosse la fame chimica :)

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  2. sammy.. mica erano pregiudizi, piuttosto reminiscenze.. ;)

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  3. mi affascina un sacco il tuo modo di scrivere e di trasmettere emozioni del momento, molto raro per un uomo tra l'altro! possiedi doti di prosa quasi meravigliosa... ti seguirò senza dubbio... M.

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  4. passo da te allora per la cena?
    (anch'io lascio la porta sempre aperta, però ho il frigo vuoto)

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  5. martina.. grazie mille! anche se mi hai detto che scrivo come una femminuccia.. ;)

    astio.. quando vuoi!! io, il frigo lo tengo sempre pieno.. e a massimo la giriamo in pizza!!

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  6. no guarda non volevo dire che scrivi come una femminuccia!!! perchè sembra un po' un insulto!!! era un complimento! Buona fine domenica

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  7. duecentotrentotto grammi?...
    ... e sette...
    :)

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  8. lilli.. si vede che ho una fantastica bilancia elettronica arancione? ;)

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  9. Ok, io e Polpetta (il beagle) ci chiudiamo fuori.
    Per contribuire ci chiudiamo fuori con un pacco di pasta Setaro.
    Ovviamente nella nostra città nessuno ci apre.
    Arriviamo fino da te.
    Ora, con tutta questa fatica, fatti trovare in casa col sugo pronto e l'acqua che bolle :D
    s. ( una che ha voglia di pasta con le sarde)

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  10. sagami.. ho già messo su la pentola, che qui l'acqua è dura a bollire.. :)
    pasta con le sarde e panelle, mi sto specializzando..

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  11. pasta con le sarde e panelle. beatitudine.

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  12. emme.. next step: arancini!! ché la cassata l'abbiamo già fatta per qualche compleanno!! :)

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