martedì 11 dicembre 2007

Hibiscus syriacus

La cucina è una calda macchia arancione. Poca luce di sodio bagna il bianco dei libri, parole come scritte a macchina sparse sul legno del tavolo. Il quaderno verde di appunti a matita è un seme di idea da far crescere nel giardino dei tuoi occhi.
Ti parlo muto. Con gesti sicuri delle mani.
Ma tu non rispondi e mi lasci annegare nei miei pensieri di fango.
Forse già dormi. O forse sei semplicemente crudele.
Però sei bella quando ti apri come un ibisco e mi rubi lo sguardo, quando lasci il tuo profumo invadermi l'aria e i sogni.
E io non so non pensarti.
Sei bella che fa male quando non fermi l'impeto delle braccia e delle parole, le mani sulla mia testa, la paura dimenticata sulla porta di casa. Quando dividi con me il chiaro dei sogni, quando mi sputi addosso il ventre nero di te.
Quando ti schiudi. E ti doni.
Poi è solo alba, di un'altra notte passata bianca.

5 commenti:

  1. Lascia solamente
    che il vento soffi
    il sole splenda
    e la nostra musica
    riempia l'aria di note
    mio Piccolo Fiore.

    paolo carbonaio
    http://www.carbonaio.it/poesia%20-%20piccolo%20fiore.htm

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  2. pippa.. esiste un solo Piccolo Fiore, ed è bugiardo!! do you remember?

    lilli.. anche tu hai l'asma? :)

    nonsisa.. ma cos'è, un'epidemia?

    astio.. hai colto nel segno!!

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