L'alba buia di Ottobre mi lascia scorgere, del mondo, geometrie improbabili. Simmetrie che la luce nasconde con un gesto distratto della mano.
Strade dritte, silenzio, poche indaffarate persone. La radio che mi racconta la stessa storia ascoltata ieri da altra voce.
Ci sono luoghi dove il tempo ha fatto come un balzo in avanti. Un balzo brutale e violento che non vuol dire futuro.
C'è una generazione che non esiste più in un luogo del mondo non poi così lontano -il tempo l'ha saltata a pié pari- torturata nei garage e lasciata poi cadere nell'oceano.
Una generazione che non è la mia. Ma non di molto.
Una generazione che ha avuto il coraggio di. E non solo a parole.
Aggiro la retorica possibile scendendo dal marciapiede, come aggiro le anche nervose della fioraia e le sue rose.
Ma non posso non chiedermi del mio coraggio. E non sapermi rispondere.
Posso chiedermi del mio coraggio. Più difficile è rispondermi di cosa sia figlio.
RispondiEliminas.
quante generazioni che avrebbero avuto bisogno i coraggio, mi vengono i brividi se cerco di contarle
RispondiEliminase hai bisogno di consolazione chiedimi del mio..
RispondiEliminaDifficile immaginare come reagiremmo in situazioni estreme. Penso che il più mite dei miti potrebbe rivelarsi un eroe mentre il gradasso un agnellino terrorizzato.
RispondiEliminaUn po' come in LOST! :-D
e mi hai pure fatto fare sei..
RispondiEliminadico, ma sei matta?
;)