mercoledì 7 marzo 2007

Cadendo

Il sonno mi ha colto alla sprovvista, iersera, mentre provavo ad aspettare che passasse leggendo Vittorini.
Sono molto stanco ultimamente e capita che mi spenga all'improvviso, come quelle tv rotte che ho speso la giovinezza a riparare. Lo schermo si chiude e rivede luce solo al mattino dopo, con la botta in testa della sveglia.

Iersera, ero fermo a cavalcioni su un ricordo che ho ritrovato intatto stamattina. Come al solito un ricordo triste -un difetto di costruzione mi impedisce di tenere memoria della gioia- di me bambino: le ginocchia sbucciate e impastate di terra, la faccia su una coda di lucertola che ancora si muoveva, la traccia che seguivo.
Caduto un'altra volta per cercare di tenere il passo dei più grandi, dei più veloci, dei più belli. Il passo degli altri che vedevo da terra, sempre più piccoli, sempre più lontani.
Poi mi rialzavo in quella campagna arsa di Sicilia ed ero solo, solo come non ero mai stato. Solo io e il vento bollente. Terra nera, voltata, dentro le scarpe, qlc mandorlo storto, stoppie secche che bucavan le gambe.
Ua capra solitaria belava lontano e faceva paura.
Mai stato veloce abbastanza per stare dietro alle orde dei cugini maggiori, non bello abbastanza per ricevere le attenzioni dei grandi, non simpatico a sufficienza per la platea.
Inseguire, è quello che ho fatto da sempre, che continuo a fare!
Inseguire ed aspettare.
Come fossi a caccia di qlcs che non ho, che non mi appartiene, ma che vorrei.. dio, quanto vorrei..
[e questo non vuol essere piangersi addosso, ma sincera autocritica di pochi mezzi e desideri troppo grandi]

Ed è forse questo il senso che ho colto amaro stamattina, come il caffè che mi restituisce alla solidità del giorno.
Tutti troppo avanti, troppo belli, troppo intelligenti e lontani.
E io dietro, ginocchia a terra.
E non sono bastate tutte le parole che avevo in bocca, il cuore sempre aperto, l'indole del cane per stare un passo più vicino alle cose, alle persone che vorrei.
Me ne dolgo.
Ma non potrò fare altro che continuare ad inseguire, sperando, un giorno di essere all'altezza.

Sorrido, è dura la vita dei bambini grassi.
Resta loro, nell'anima, come una specie di ingombro.

Ma almeno ho imparato a fare le panelle e ho una bottiglia di nero d'avola..
Next step, la pasta con le sarde..

12 commenti:

  1. già, la medeglia..
    io le ginocchia a punta le ho fatte a suon di cartavetro!! ma sono contento così, che in fondo ho il gusto di faticare..
    cmq..
    di ricette ne ho tre varianti, poi ti dico come è venuta!! :)

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  2. già, la medeglia..
    io le ginocchia a punta le ho fatte a suon di cartavetro!! ma sono contento così, che in fondo ho il gusto di faticare..
    cmq..
    di ricette ne ho tre varianti, poi ti dico come è venuta!! :)

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  3. scrivi molto bene sai?
    volevo semplicemente dirti questo, ciao

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  4. scrivi molto bene sai?
    volevo semplicemente dirti questo, ciao

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  5. lieto che ti piaccia..
    ma se giri un po' qua dentro, dio! c'è roba che è imbarazzante per quanto è bella.. e ben scritta, naturally..

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  6. lieto che ti piaccia..
    ma se giri un po' qua dentro, dio! c'è roba che è imbarazzante per quanto è bella.. e ben scritta, naturally..

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  7. raccolgo la mano tesa..
    un sorriso, su! rialziamoci..
    insieme è più facile stare in piedi..

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  8. raccolgo la mano tesa..
    un sorriso, su! rialziamoci..
    insieme è più facile stare in piedi..

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  9. Davvero bello quello che scrivi. Come lo scrivi. Occhi aperti... sempre pronta a tendere quella mano, un abbraccio...
    senzaporteefinestre

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  10. Davvero bello quello che scrivi. Come lo scrivi. Occhi aperti... sempre pronta a tendere quella mano, un abbraccio...
    senzaporteefinestre

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  11. grazie, arrossisco..
    mi piace come dici 'occhi aperti'..
    cominciamo con due dita.. :)

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  12. grazie, arrossisco..
    mi piace come dici 'occhi aperti'..
    cominciamo con due dita.. :)

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