domenica 25 marzo 2007

Sibilla

Metti una sera a teatro. Metti che ci vado solo, ché sono riuscito a fare con il teatro quello che non so fare con il cinema. Entrare, sedere, guardarmi attorno, come fosse normale che il sedile vicino sia occupato solo dalla giacca ripiegata con cura. Aspettare il calare delle luci, il sussulto del sipario, giocando ad inventare le vite degli altri.
- Barbalunga cerca di sedurti a parole, eh, Biondocenere? Ma se al buio ti poggiasse la mano tra le cosce sorrideresti di più. Che le parole affaticano, alle volte! E tu, Occhitartaruga? Perché ti guardi attorno con insistenza? Non ti devono trovare? Ma chi? O cerchi lo sguardo di Unghielaccate, che sospira come avesse un peso al cuore da sfiatare?
Poi cercare un altro cane che siede solo. Guardarlo, riconoscersi, abbaiarsi. Ma non c'è mai nessuno solo. Appena io e quel vecchio laggiù che già russa.
All'improvviso, nessuno. Come un calo della vista. O sono le luci che si abbassano?
Buio. Il sipario trema.
Compare Sibilla, nerovestita. Il bicchiere semivuoto trema in mano. Ride forte, quasi sguaiata.
Racconta.
- Ho bisogno di lui! I suoi pieni contro i miei vuoti. Anche questo bicchiere è un pieno che riempie il mio vuoto.

[E son rimasto nudo, con la vertigine del mio vuoto a tagliarmi il respiro alla gola!]

3 commenti:

  1. Il vuoto, per sua natura, cerca il pieno. Inciampando, spesso, in pieni di vuoto. Vuoti d'amore ai quali impiccarsi... una carezza, nel buio.
    senzaporteefinestre

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  2. Io sono riuscito ad andare al cinema da solo un paio di volte, però non è la stessa cosa
    Sammy

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  3. senzaporte.. pare quasi una legge della fisica, diffusione di gas, osmosi o qualsiasi altra. cmq, ineluttabile.

    sammy, a me il cinema inibisce di più.. e non so il perché.

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