domenica 4 marzo 2007

Passeggiando

Oggi ho camminato a lungo.
Come dovessi cercare qualcosa. Le parole che ieri non riuscivo a trovare, lo stupore attonito di quella luna color campari, un paio di perché in arretrato.
Il naso all'aria, a fiutare il lato del sole sul marciapiede, strascicando i piedi sulle strade affollate. Spintonando, alle volte, e spintonato. Qualche testa ha urtato dolorosamente la mia spalla.
- Che fortuna essere alto!! - ho pensato. E subito ho abbassato lo sguardo svagato dai cornicioni - Mi scusi, signorina! - ho balbettato.
Ed è stato come scoprire di non toccare. Cercare la sicurezza del fondo col piede e trovare solo acqua. Il corpo che affonda un poco nel gesto ed il collo che si tende a cercare il respiro che ti riporterà a galla.
La gente era un fiume. Allegro. Ma in piena.
Ed io non ho potuto far altro che perdermi con meraviglia in un reticolo di vie traverse e parallele.
Di vie vuote.
E piene soltanto di aria e di me.
Cercare salvezza in un cortile sconosciuto, in una libreria minore - uno strano signore chiedeva di un libro di algebra del '53, un libro fantastico, mai trovati i polinomi spiegati così!! - nelle vetrate colorate, sotto un bovindo, in piccole piazze improvvise.
Ci sono giorni in cui Torino risplende di particolari necessari.

Ma stanotte ho puntato la sveglia alle tre. Andrò a riprendermi ad una ad una tutte le piazze che oggi mi han tolto! Cazzo!!

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