É ora.
La notte è scesa veloce ed è più nera che mai. Non bastano proclami e finti ripensamenti da palcoscenico, ritrattare la propria parola in diretta nazionale dà solo misura del nulla che vale.
Ma le parole hanno un significato. Che non cambia negandolo. Che non si compra come una vocale sulla ruota.
E le azioni pesano il doppio sotto l'egida criminale di certi vecchi che non hanno ancora imparato la saggezza.
Allora, è finalmente giunto il momento.
Che le persone si stringano di nuovo insieme, come corpo unico, e smettano di essere gente, per tornare a essere vive. Per riscoprire la condivisione. Che aveva ragione quel tale con il naso lungo un palmo: la libertà è partecipazione. É giunta l'ora di tornare ad appartenere all'umanità, a sentire quel filo che ci lega tutti quanti, come in tutti quanti scorre il sangue [cit. da Sammy, qui]. E come corpo unico ci si difenda, senza avere più paura.
É ora che si vivano i giorni come si vive l'amore, insieme.
Ché se oggi ci hanno rubato uno dei quattro diritti fondamentali, presto ce li riprenderemo tutti.